Il Blog di Paolo Della Bianca

Una musata vale più di mille parole

Aran era un pastore tedesco che lavorava come custode (non mi piace “cane da guardia” ma il concetto è quello) nel garage in cui lasciamo la macchina nottetempo.

Era un cane per me speciale: intelligente, amichevole, dedito al suo incarico ma ben capace di distinguere tra i clienti del garage ed i possibili intrusi.

AranAmava molto giocare con la palla e ovviamente la sera, dopo avere lasciato l’auto, mi dedicavo spesso a farlo correre e saltare rincorrendo una delle sue palle piccole o grandi.

Tavolta l’unico modo per fargliela lasciare dopo che l’aveva azzannata e trotterellava in giro borioso esprimendo il concetto “ce l’ho io e non la mollo” era fingere di averne una nuova e bellissima nel bagagliaio; peccato che questo trucco abbia funzionato solo due o tre volte …

Se avessi avuto confidenza con i cani, lo avrei portato in un parco a correre fino allo sfinimento, dato che era per la maggior parte del tempo costretto a stare nel garage e le sue pause-bisogni erano brevi e poco soddisfacenti dal punto di vista ambientale (un’aiuoletta desolata sulla circonvalalzione).

Per la verità durante l’estate veniva ospitato a casa del padre del proprietario in Valbrembana per un paio di mesi e oltre e poteva rifarsi almeno lì!

Un giorno stavo passando nella via di fianco al garage ed incontrai il proprietario che portava Aran a spasso.
Quest’ultimo era concentratissimo nelle attività tipiche dei cani quando vanno in giro, io lo salutai pronunciando il suo nome e lui rispose con una musata sulla mia gamba, proseguendo poi nel giro.
Quella musata ebbe per me un significato chiarissimo: “ciao, ti riconosco, sei mio amico, ora però scusami ma devo sfruttare ogni singolo istante della mia passeggiata perché dura sempre troppo poco“.

Sono passati alcuni anni e ricordo ancora quell’episodio con un pizzico di commozione.

Aran è mancato qualche anno fa, in età piuttosto avanzata: è stato male mentre giocava con uno dei clienti del garage ed è andato nel Paradiso degli Animali.

Probabilmente se gli avessero chiesto “come vuoi morire” avrebbe scelto proprio quello.

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Il micio di Rosslyn Chapel

In occasione di uno dei nostri frequenti viaggi in Scozia, non poteva mancare una puntata a Rosslyn Chapel, luogo reso noto dal libro (e relativo film) “Il Codice Da Vinci” di Dan Brown.

A proposito di Leonardo, apro una parentesi per affermare che trovo irritante l’americanata di usare Da Vinci come se fosse il cognome.
Leonardo è stato un genio “italiano” – geograficamente parlando – ed è già di per sé spiacevole che per apprendere qualcosa sulla sua vita e sulle sue opere si debba fare quasi esclusivo affidamento a produzioni televisive a stelle e strisce: che si arrivi a sbagliare grossolanamente il suo nome, assimilandone l’espressione errata adottata dagli ignoranti d’oltre oceano, è quasi ributtante.

Chiusa la polemica (o magari solo rinviata ad altro articolo), proseguo specificando che non è mia intenzione tediare il gentile lettore con la storia del luogo: queste informazioni possono essere facilmente reperite nel sito ufficiale (http://www.rosslynchapel.org.uk/) o su Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Rosslyn_Chapel).

Il viaggio da Edimburgo a Roslin, situata nella regione del Midlothian, dura una mezz’ora abbondante di autobus e il viaggio è gradevole.
D’altronde a Edimburgo e dintorni – regione in cui si è snodata la maggior parte dei nostri itinerari – gli autobus sono comodi, gli autisti salutano chi sale e chi scende, non si può neppure sognare di viaggiare se non si ha il biglietto: non esattamente la stessa situazione di città come Milano, in cui i mezzi somigliano più a carri bestiame sui quali il pagamento del biglietto è prerogativa di pochi.

La visita alla Rosslyn Chapel è affascinante: ce la si aspetterebbe più grande, probabilmente, ma la complessità della struttura interna con i suoi simboli misteriosi – ed inattesi – ripaga il prezzo del biglietto di ingresso.

Scattare foto all’interno è espressamente proibito, anche senza flash, ed è per questo motivo che mi manca una testimonianza fotografica del curioso incontro avuto con uno dei personaggi della Chapel: un bellissimo gatto che si aggirava tranquillo ed indisturbato tra i turisti.

Essendosi il micio avvicinato a dove mi trovavo, mi sono azzardato con molto prudenza ad allungare la mano e tentare un approccio amichevole: mi aspettavo che avrebbe schivato l’approccio annoiato, forse infastidito, invece dimostrò di gradire l’idea inarcando la schiena, come fanno i gatti quando assaporano la prospettiva delle carezze. Prontamente fornite in quantità, va da sé!

Dopo un’adeguata razione di coccole e complimenti, il felino decise di spostarsi altrove scivolando tra le panche dove erano seduti numerosi turisti a guardari intorno ed ascoltare le spiegazioni della guida.
Scelta una signora, non certamente a caso come può immaginare chiunque conosca i gatti, le saltò in grembo e dopo alcune carezze … iniziò a dormire serenamente acciambellato!

Tornato in Italia ho effettuato ricerche su Google ed ho trovato altri racconti di incontro con questo simpatico ed insolito gatto, incluse alcune foto (provare per credere).

Sicuramente tornerò in Scozia, probabilmente presto o tardi farò un altro giro a Rosslyn Chapel: confido di trovare ancora il micio.

A ciascuno la scelta di immaginarselo come custode a quattro zampe di incredibili misteri e segreti del luogo, o semplicemente come creatura docile e amichevole: in entrambi i casi, per quanto mi riguarda, il suo fascino è comunque straordinario.

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PiD: Paul is Dead (e non ci sono dubbi)

Premessa

James Paul McCartney nasce a Liverpool il 18 giugno 1942, è noto per avere fatto parte dei Beatles e, dopo lo scioglimento del gruppo, avere intrapreso la carriera musicale solista.

Tutto sommato, non dovrebbe essere necessario dire altro su questo personaggio, noto a tutti gli appassionati di musica – in effetti, universalmente noto.

Se non fosse che …

… in base ad una teoria chiamata “Paul is Dead” (abbreviato in “PiD“) il Paul McCartney originario sarebbe morto nel settembre del 1966 in un incidente stradale e sarebbe stato sostituito da un quasi-sosia che, da allora, ne ha assunto l’identità.

A dispetto di quanto molti pensano, la teoria è tutt’altro che recente poiché le prime voci al riguardo iniziarono a girare nel 1969 ma fino a poco tempo fa era considerata una leggenda metropolitana, qualcosa di paragonabile alle teorie su Elvis Presley o Jim Morrison che avrebbero inscenato la loro morte ed assunto altre identità per uscire dalla scena ufficiale e cominciare una nuova vita.

Nel caso di PiD siamo però di fronte a qualcosa di totalmente differente: intanto per i suoi presupposti (non una celebrità ufficialmente morta ed invece viva e vegeta, bensì una sostituzione); per la presenza di prove documentali relative alle differenze morfologiche tra Paul (quello originale) e Faul (contrazione di “Fake Paul“, cioè “Finto Paul”); infine per lo scenario di riferimento, vale a dire gli eventi riguardanti i Beatles tra la fine del 1966 ed il 1970, anno del loro scioglimento, che paiono confermare l’ipotesi o quantomeno andare in quella direzione.

Prima di iniziare la disamina delle circostanze a supporto di PiD (le più eclatanti di esse quantomeno), occorre fare una premessa: io non sono e non sono mai stato un fan dei Beatles. Riconosco loro il ruolo che hanno avuto nella storia della musica moderna; ho, come tutti, canticchiato e talvolta strimpellato alcune loro canzoni; ma sono del tutto immune dalla beatlemania. Sia quella originale, per ovvi motivi anagrafici; sia la versione in qualche modo attualizzata che include solo l’agiografia del gruppo e dei loro componenti, limitando – come sempre accade in questi casi – le possibilità di un’analisi obiettiva della storia e dei relativi protagonisti.

Proprio questa posizione che definirei “agnostica” mi ha consentito di accostarmi a PiD in modo libero da preconcetti, inclusi quelli visivi di cui parlerò più avanti.

Dunque …

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Chi sono

Paolo Della Bianca

Sono nato a Milano nel 1965, vivo a Vigevano (PV), sono web designer freelance e ho creato questo blog per scrivere ... di tutto un po'.

Eviterò solo la politica perché, data la situazione, è impossibile discuterne senza scadere nella polemica e magari nell'insulto ...

Se vorrete, potrete inviare i vostri commenti che saranno pubblicati, sempre che non siano offensivi e/o volgari.

Grazie dell'attenzione!

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Paul is Dead Leggenda metropolitana? Burla? Invenzione giornalistica? Oppure un'incredibile verità? Le mie valutazioni su PiD cioè "Paul is Dead" e l'interessante discussione con la partecipazione di voi lettori!

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