Il Blog di Paolo Della Bianca

Dolomiti Bellunesi

Standing on Higher Ground

I see the world and I’m looking from a high place
Way above it all, standing on higher ground
I breathe the air while they’re running in a rat race
Way above it all, standing on higher ground
(“Standing on Higher Ground”, Alan Parsons Project)

Sono appena tornato da una settimana di vacanza nelle Dolomiti Bellunesi e, come previsto, sono state giornate molto ritempranti sia dal punto di vista fisico che da quello mentale.

Superato lo shock del ritorno nel clima infernale di Milano, ho dunque deciso di scrivere qualche considerazione al riguardo.

Innanzitutto, per me “vacanza” significa rigorosamente montagna. Non sono mai stato un tipo da mare: non amo il caldo (diciamo pure che lo soffro e quindi lo odio in maniera estrema), sto male nella folla, patisco l’inattività. Non posso concepire di passare la giornata a fare la lucertola e non me ne potrebbe fregare di meno di abbronzarmi. A me piace stare al fresco, camminare in luoghi meno contaminati possibili, portarmi in alto (“standing on higher ground”, appunto).

Sia chiaro che non biasimo coloro i quali, invece, amano il mare – e sono di certo la maggioranza. L’importante è che ognuno passi le vacanze come preferisce. I problemi nascono quando certii villeggianti vanno in posti di montagna convinti di trovarsi a Rimini, magari con tanto di anguria al seguito (visto con i miei occhi) ma questa è un’altra storia.

Quando sono in alto, percepisco il contatto con la natura, incontro poche persone e comunque appassionate come me, ammiro gli animali selvatici, mi sento bene, addirittura energizzato.

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Escursione alla Galleria Goiginger

Una delle zone più affascinanti delle Dolomiti Bellunesi è, nella mia esperienza, quella del Passo Falzarego e Valparola.

Da un punto di vista naturalistico, non c’è sicuramente bisogno di spiegare il perché: è sufficiente guardarsi intorno ed ammirare lo straordinario paesaggio.

Un altro fattore è quello storico dato che queste montagne furono teatro di primo piano nelle vicende della cosiddetta Guerra Bianca, vale a dire la I Guerra Mondiale combattuta da Italiani e Austriaci in montagna.

Piantina della Galleria Goiginger (tratta da: Walter Schaumann, La Grande Guerra 1915/18. Storia e itinerari nelle località della Guerra: Dolomiti Occidentali. Ghedina&Tassotti Editori)

Piantina della Galleria Goiginger (tratta da: Walter Schaumann, La Grande Guerra 1915/18. Storia e itinerari nelle località della Guerra: Dolomiti Occidentali. Ghedina&Tassotti Editori)

Ancora oggi vi sono resti e tracce di quel periodo un po’ ovunque costituiti da trincee, baraccamenti, reticolati ed anche più semplicemente cocci di bottiglia e scatolette arrugginite che, a distanza di quasi un secolo, costituiscono memoria di un periodo tragico per chi visse e combattè per lunghi periodi in zone inospitali alla mercè del nemico e, forse più ancora, degli agenti atmosferici.

In questa zona, alcuni di tali reperti sono stati sottoposti a ristrutturazione in seguito all’applicazione di una legge del 2000 concernente le norme per il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale e dei siti legati alla prima guerra mondiale.

E’ stata così creata una sorta di museo storico all’aperto sul Lagazuoi, nei pressi del rifugio omonimo, ed in Valparola con la sistemazione ed apertura del museo nel Forte Tre Sassi, di trincee e baracche sotto il Sasso di Stria e della postazione Vonbank.

Personalmente, ho da subito avuto un’opinione piuttosto discordante su questo tipo di interventi.
Da un lato, servono a ripristinare e mantenere reperti che, per quanto solidamente realizzati, sono in buona parte stati cancellati dalla natura e sarebbero destinati a sparire del tutto; inoltre, possono contribuire ad aumentare la conoscenza di fatti bellici viceversa sepolti nei libri di storia specializzati.
Dall’altro lato, però, si tratta di interventi che giungono alla vera e propria ricostruzione sicché non si può parlare più di reperti storici veri e propri.

A parte questo discorso, c’è in zona un itinerario molto affascinante e non toccato da alcun intervento di ristrutturazione – per fortuna. Si tratta della galleria Goiginger, costruita dagli austriaci nel 1916 per collegare la Valparola alla postazione sotto l’anticima del Sasso di Stria e consentire i rifornimenti evitando il fuoco dell’artiglieria italiana e dei fucilieri appostati sulla Cengia Martini, sotto il Piccolo Lagazuoi.

(Segue con la galleria fotografica dopo il salto pagina)

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Chi sono
Paolo Della Bianca

Sono nato a Milano nel 1965, vivo a Vigevano (PV), sono web designer freelance e ho creato questo blog per scrivere ... di tutto un po'.

Eviterò solo la politica perché, data la situazione, è impossibile discuterne senza scadere nella polemica e magari nell'insulto ...

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