Il Blog di Paolo Della Bianca

Misteri

Patrick Harpur – “Daimonic Reality. A Field Guide to the Otherworld”

First of all, this is not a book for simple weird phenomena buffs which are not going to engage themselves in a complex but revealing reading.
The author guides the reader through a journey to understand the nature of the strange phenomena which have been occurring in all times and civilizations although without any claim to explain them because, owing to their nature itself, they defy any attempt to explain in the scientific meaning of this word.
I took a while to go through this book with the due attention but after finishing it, I consider it one of the best and most meaningful ones I have ever read.
Also, I plan on reading it again some time soon – which I rarely do even with books I appreciated – to understand more deeply its concepts.
This book is a must-have.

Ho ritenuto di iniziare la scrittura di questo post citando la recensione del libro da me scritta sul sito di Amazon sul quale il libro stesso è reperibile; penso che rappresenti una sintesi adeguata del mio giudizio. Capisco di suonare autoreferenziale con queste parole ma la verità è che non sempre trovo la voglia, il tempo e le parole giuste per scrivere una recensione completa e precisa; questo è stato uno dei casi in cui ci sono riuscito.

Ho scoperto questo libro – non recente, dal momento che la sua prima edizione risale al 1994 – in modo indiretto.
Su un numero della rivista Fortean Times ho trovato la recensione di un libro in due volumi sul fenomeno Bigfoot, con particolare attenzione alla sua connessione con i miti e le tradizioni delle varie civiltà. Nella bibliografia di questo libro, ho trovato menzione dell’opera di Patrick Harpur.

Come sarà chiaro, ho una certa passione per i temi cosiddetti alternativi soprattutto quando vengono studiati con un’ottica scientifica; non nel senso, ovviamente, che la cosiddetta “scienza ufficiale” o “mainstream” li avalli – nella maggior parte dei casi è vero l’opposto – ma nel senso che viene impiegata una metodologia che permette di superare il primo approccio puramente sensazionalistico ed emotivo. Quando, in aggiunta a questo, la chiave di lettura diventa ancora più complessa e completa, includendo riferimenti al folklore nel corso dei secoli e addirittura alla filosofia, si ottiene un quadro di analisi e riferimento che difficilmente può essere tacciato di superficialità. Ammesso che non si sia affetti da pregiudizi e preconcetti; nel qual caso, penso che il gentile lettore di questo mio post non sarà andato oltre la parole “Bigfoot”, rifugiandosi nelle tranquillizzanti e intorpidenti braccia della scienza mainstream e dei suoi chierici televisivi.

Continua a leggere

Condividi sui tuoi social:

Il mistero della bare in miniatura di Arthur’s Seat

1836: un gruppo di ragazzini intenti a giocare su Arthur’s Seat, il punto di più alto delle colline di Edimburgo che fanno parte di Holyrood Park, trova nascoste dietro a dei massi 17 bare in miniatura contenenti altrettante figurine umane intagliate nel legno e vestite con abiti realizzati accuratamente.

Le bare, ciascuna delle quali misura una decina di centimetri in lunghezza, sono disposte in due file da 8 più una singola bara nella fila superiore e sembrano essere state posizionate in tempi diversi, forse lungo alcuni anni.

Il ritrovamente provoca un certo scalpore già ai tempi: alcuni giornali ipotizzano si tratti di oggetti usati in un rituale magico, presumibilmente di stregoneria, mentre altri spiegano che siano dei semplici giocattoli – piuttosto macabri invero – costruiti per fare giocare dei bambini e da questi ultimi nascosti e dimenticati sulla collina.

In epoca recente, è stata proposta una spiegazione più verosimile e cioè che questi oggetti siano in qualche modo correlati ai delitti della famigerata coppia William Burke e William Hare, che agirono a Edimburgo intorno al 1830. I due procacciavano cadaveri per un famoso medico anatomista del tempo, il Dott. Robert Knox, ma dopo un primo periodo in cui la fonte di corpi fu quella di disseppellire persone morte da poco, essi decisero di procurarseli in modo più rapido uccidendo personalmente alcuni dei disperati che popolavano i bassifondi della città.

Ciascuna delle figure nelle piccole bare rappresenterebbe quindi una delle vittime dei due assassini, “sepolta” in effige per garantirgli il riposo eterno dopo una morte così barbara da qualcuno turbato dagli eventi e preoccupato per la sorte dell’anima delle vittime stesse.

Continua a leggere

Condividi sui tuoi social:
Chi sono
Paolo Della Bianca

Sono nato a Milano nel 1965, vivo a Vigevano (PV), sono web designer freelance e ho creato questo blog per scrivere ... di tutto un po'.

Eviterò solo la politica perché, data la situazione, è impossibile discuterne senza scadere nella polemica e magari nell'insulto ...

Se vorrete, potrete inviare i vostri commenti che saranno pubblicati, sempre che non siano offensivi e/o volgari.

Grazie dell'attenzione!

In evidenza: PiD
Paul is Dead Leggenda metropolitana? Burla? Invenzione giornalistica? Oppure un'incredibile verità? Le mie valutazioni su PiD cioè "Paul is Dead" e l'interessante discussione con la partecipazione di voi lettori!
Archivi
Categorie