Il Blog di Paolo Della Bianca

Sinclair ZX81

Sinclair ZX81

Correva il 1981 – forse il 1982 ma non oltre – ed investii una parte non trascurabile delle mie modeste risorse economiche nell’acquisto di un home computer modello ZX81 marca Sinclair.

Lo ZX81 seguiva il modello ZX80 del quale erano stati venduti circa 100.000 esemplari ed avrebbe avuto molto più successo, arrivando a circa 1.000.000 di unità vendute.

La Sinclair avrebbe poi proseguito con la serie Spectrum con caratteristiche molto superiori e destinate prettamente ai videogiochi, finendo peraltro col chiudere bottega solo pochi anni più tardi.

Storia a parte, spesi 100.000 delle mie lirette rispondendo ad un annuncio su Secondamano e portai a casa il primo computer della mia vita. Le sue caratteristiche fanno oggi sorridere: 1Kb di RAM (non 1 Giga e neanche 1 Mega: proprio 1Kb!), display b/n 32×24 righe, scomoda tastiera a membrana, un semplice tono come audio. Per memorizzare il software era necessario acquistare un’apposita interfaccia e collegare un registratore a cassette qualsiasi oppure investire in un’unità specificamente progettata e venduta.

La macchina era accompagnata da una guida abbastanza completa sulla programmazione Basic con riferimenti alla diagrammazione a blocchi ed agli operatori logici booleani sicché ebbi modo di apprendere i primi rudimenti dell’informatica.

Da lì in poi non ho più smesso di avere computer, ovviamente sempre più sofisticati. Purtroppo vendetti dopo pochi anni il mio esemplare di ZX81 per comprare un Commodore VIC-20 ma nei giorni scorsi ne ho trovato ed acquistato uno in un mercatino dell’usato a circa 90 euro (computer + alimentatore + stampante, purtroppo non la scatola altrimenti sarebbe costato di più). Il venditore ha giurato che funziona ma devo ancora provarlo; il problema tecnico è costituito dal fatto che la connessione alla TV avviene tramite un cavo d’antenna di vecchia concezione quindi bisogna essere attrezzati per riuscire nello scopo.

Devo riconoscere a me stesso di averci visto lungo sul discorso informatico e non posso fare a meno di sorridere quando i millenials di oggi ironizzano sulla generazione di 50/60enni che a sentire loro non capiscono un tubo di computer. Sicuramente in molti casi è così ma … non nel mio.

Condividi sui tuoi social:

Un paio di domande sulla cinematografia hollywoodiana

Hollywood

La cinematografia di Hollywood ci stupisce spesso per la grandiosità delle sue produzioni, per gli incredibili effetti speciali, per la bravura dei suoi attori protagonisti (e dei comprimari) …

… ma in alcuni casi lascia a mio avviso perplessi e ci sono un paio di elementi in particolare che mi spingono a pormi delle domande.

Perché i film finiscono sempre male?

Ovviamente non è esattamente così ma è indiscutibile che almeno per certi generi, come horror e fantascienza, il caro vecchio happy ending sia da scordarsi.

L’astronave degli alieni invasori è saltata in aria? Tranquilli che alla fine del film ne salterà fuori un’altra dozzina perché non possiamo che essere condannati all’estinzione.

L’assassino psicopatico si è giustamente preso una pallottola in testa, dopo avere compiuto ogni possibile atto efferato? Alla fine dei titoli di coda scopriremo che ha un successore pronto a ricominciare.

E così via.

Ora, fortunatamente non sono più i tempi nei quali la legge stabiliva che i film polizieschi dovessero obbligatoriamente concludersi con la giusta punizione per il reo e il trionfo della giustizia (una delle regole imposte dal Codice Hays varato nel 1930) ma anche l’insistenza nel fare finire male i film sembra essere diventata una sorta di cliché. Non costituisce quindi più né una sorpresa, né un colpo di scena.

Perché gli attori sfoggiano così spesso montagne di muscoli?

A volte ho l’impressione che gli attori si affannino a praticare il body building (lo chiamerò così, con un termine antiquato, giusto per fermi capire) per settimane o mesi quando la sceneggiatura di un loro film prevede una pur rapida sequenza in cui appaiono a torso nudo.

Siamo abituati ai grandi attori che, per rappresentare al meglio un personaggio, accettano di ingrassare a dismisura e/o dimagrire al di là del ragionevole ma quella del fisico palestrato pare essere diventata una costante.

Questa circostanza può essere accettabile quando il protagonista del film sia, a titolo d’esempio, un soldato dei corpi speciali, un atleta di certi sport ecc. ma talvolta si toccano vette di assurdità. Rammento un film – ma non il suo titolo e poco male – nel quale uno dei personaggi era uno psichiatra eppure sfoggiava dei muscoli ottenibili solo con intere giornate passate in palestra, non certo in studio né in ambulatorio. Non me ne vogliano suddetti specialisti, non voglio raffigurarli a tutti i costi come degli individui rachitici o sovrappeso ma l’effetto era assai ridicolo.

Se aggiungiamo che l’obesità è negli USA tristemente e pericolosamente diffusa ed in continua crescita, viene proprio da domandarsi: vedremo mai una normalissima pancetta, se non proprio rotoli di lardo, quando l’attore si leverà la camicia?

Forse in un film dell’orrore che finisca anche bene … quindi mai.

Condividi sui tuoi social:

Storico di me stesso

Lignod - Val d'Ayas

Lignod – Val d’Ayas

Una persona arguta e che mi conosce bene mi ha definito “uno storico di me stesso” per il fatto che attribuisco molta importanza alle varie fasi della mia vita e mi piace rivisitare i relativi luoghi dove l’ho vissuta.

A volte tali luoghi risultano pesantemente modificati ma altre volte restano molto simili a come li ricordavo; inutile dire che questa seconda ipotesi è quella che risulta assai più gradita.

Nel mese di agosto sono tornato in Val d’Ayas (Valle d’Aosta) dove avevo trascorso le vacanze con la mia famiglia per alcuni anni nei primissimi anni ’80 e dove ero stato l’ultima volta addirittura nelle festività natalizie del 1984.

Non so spiegare per quale motivo io abbia atteso così tanto per tornare in quei luoghi che, pure, hanno tanti bei ricordi associati soprattutto per via del gruppo di amiche ed amici con il quale ci si trovava ogni mese di agosto.

La bella sorpresa è stata che i cambiamenti sono stati davvero pochi. Certo, numerose nuove costruzioni ma erette nel rispetto dello stile locale ed evitando gli “ecomostri” che tanti danni hanno fatto altrove ma il centro storico di Lignod e persino Antagnod si sono presentati ai miei occhi molto simili a come li ricordavo.

Nella foto mi trovo in quello che era il nostro punto di ritrovo.
C’era una panchina che è andata nel frattempo distrutta ma per il resto davvero poco è mutato.

Per un attimo mi sono emozionato e ho guardato intorno per cercare il me stesso di allora e gli altri compagni di vacanze.

Perché quello che sono oggi è anche per via di quello che ero, che ho fatto e vissuto in quelle vacanze.

Condividi sui tuoi social:

Menu del sito

Chi sono

Paolo Della Bianca

Sono nato a Milano nel 1965, vivo a Vigevano (PV), sono web designer freelance e ho creato questo blog per scrivere ... di tutto un po'.

Eviterò solo la politica perché, data la situazione, è impossibile discuterne senza scadere nella polemica e magari nell'insulto ...

Se vorrete, potrete inviare i vostri commenti che saranno pubblicati, sempre che non siano offensivi e/o volgari.

Grazie dell'attenzione!

In evidenza: PiD

Paul is Dead Leggenda metropolitana? Burla? Invenzione giornalistica? Oppure un'incredibile verità? Le mie valutazioni su PiD cioè "Paul is Dead" e l'interessante discussione con la partecipazione di voi lettori!

Archivi

Categorie