Il Blog di Paolo Della Bianca

Montagne

Storico di me stesso

Lignod - Val d'Ayas

Lignod – Val d’Ayas

Una persona arguta e che mi conosce bene mi ha definito “uno storico di me stesso” per il fatto che attribuisco molta importanza alle varie fasi della mia vita e mi piace rivisitare i relativi luoghi dove l’ho vissuta.

A volte tali luoghi risultano pesantemente modificati ma altre volte restano molto simili a come li ricordavo; inutile dire che questa seconda ipotesi è quella che risulta assai più gradita.

Nel mese di agosto sono tornato in Val d’Ayas (Valle d’Aosta) dove avevo trascorso le vacanze con la mia famiglia per alcuni anni nei primissimi anni ’80 e dove ero stato l’ultima volta addirittura nelle festività natalizie del 1984.

Non so spiegare per quale motivo io abbia atteso così tanto per tornare in quei luoghi che, pure, hanno tanti bei ricordi associati soprattutto per via del gruppo di amiche ed amici con il quale ci si trovava ogni mese di agosto.

La bella sorpresa è stata che i cambiamenti sono stati davvero pochi. Certo, numerose nuove costruzioni ma erette nel rispetto dello stile locale ed evitando gli “ecomostri” che tanti danni hanno fatto altrove ma il centro storico di Lignod e persino Antagnod si sono presentati ai miei occhi molto simili a come li ricordavo.

Nella foto mi trovo in quello che era il nostro punto di ritrovo.
C’era una panchina che è andata nel frattempo distrutta ma per il resto davvero poco è mutato.

Per un attimo mi sono emozionato e ho guardato intorno per cercare il me stesso di allora e gli altri compagni di vacanze.

Perché quello che sono oggi è anche per via di quello che ero, che ho fatto e vissuto in quelle vacanze.

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Ospedale Militare del Falzarego: 1917 – oggi

Ci troviamo nella zona del Passo Falzarego, in provincia di Belluno.

Poco distante dal Passo, sotto le Torri del Falzarego, si trovano i ruderi di quello che durante la cosiddetta Guerra Bianca, cioè la I Guerra Mondiale combattuta in montagna, era un ospedale Italiano destinato alle cure dei soldati feriti in combattimento.

La località prese il nome di Ospedaletti proprio per via dell’ospedale.

Le costruzioni in legno non hanno lasciato tracce ma è ancora possibile vedere quanto era stato costruito a ridosso della parete della montagna, al sicuro dai colpi dei nemici.

A differenza di molti altri luoghi, la documentazione fotografica storica di questo punto è estremamente scarna: ho reperito 2 foto sull’ottimo volumetto ITINERARI SEGRETI DELLA GRANDE GUERRA NELLE DOLOMITI – D. Colli, P. Gaspari, R. Vecellio – Volume primo (Guide Gaspari, Paolo Gaspari Editore, Udine, 2005).

Ho deciso quindi di effettuare una comparazione fotografica tra una di queste foto, scattata nel 2017, e quelle realizzate dal sottoscritto in anni recenti.

Invece di limitarmi ad affiancare i due scatti, come fatto per gli articoli: Castello di Buchenstein – 1916 e 2018 e Guerra Bianca: baraccamenti al Laghetto Alto (Stelvio) ieri e oggi, ho deciso di sovrapporli in un’ideale fusione di ieri ed oggi.

Ospedale Militare del Falzarego: 1917

Ospedale Militare del Falzarego: 1917

Ospedale Militare del Falzarego: oggi

Ospedale Militare del Falzarego: oggi

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Itinerario terza Cantoniera dello Stelvio – Filon del Mot

PREMESSA

La zona dello Stelvio riveste uno straordinario interesse sotto il profilo ambientale, paesaggistico, faunistico e storico, dal momento che le sue vette costituirono lo scenario di numerosi confronti tra soldati Italiani e Austriaci nell’ambito della cosiddetta Guerra Bianca (ovverosia la I Guerra Mondiale per quella parte combattuta, appunto, in montagna).

Il percorso oggetto di questo scritto si snoda appunto su mulattiere, sentieri, trincee e fortificazioni risalenti al conflitto, approntate dall’esercito Italiano dopo che gli Austriaci avevano occupato la vetta dello Scorluzzo nel giugno 2015:

“Da parte italiana le opere militari vennero saldamente costruite sulla lunga dorsale del Filone del Mot, partendo a monte della 2^ Cantoniera con il villaggio più arretrato per giungere all’osservatorio avanzato della quota 2931, praticamente alla base dello sperone meridionale dello Scorluzzo. L’organizzazione difensiva italiana del Filone del Mot poteva contare su una discreta viabilità, rappresentata dalla ripida mulattiera che si staccava dalla Statale per il Passo dello Stelvio all’altezza del Km. 80, poco distante del Casino dei Rotteri in località Spondalunga. Questa raggiungeva, compiendo innumerevoli tornanti, protetta dal tiro delle artiglierie austriache, il villaggio più arretrato edificato sulla quota 2768 direttamente affacciato sulla Valle del Braulio.” (cit. da: http://www.lombardiagrandeguerra.it/i-percorsi/percorso-scorluzzo-filone-del-mot/)

ITINERARIO

Terza cantoniera dello Stelvio - Filon del MotL’itinerario descritto in questo articolo, del quale è possibile scaricare il file per il proprio navigatore GPS in fondo al testo, è da considerarsi piuttosto facile per un escursionista sufficientemente allenato e non presenta difficoltà particolari (nessun tratto scoperto, niente scalette o tratti in corda). Il tempo richiesto complessivamente si aggira sulle 2 ore considerando qualche pausa per guardarsi intorno – il panorama è splendido – e … riposarsi un istante. Il periodo suggerito è il mese di luglio: prima di allora, fino ad inizio estate, è probabile che si incontrino nevai che renderebbero complicata se non impossibile la salita nell’ultimo tratto.

Il punto di partenza è costituito dalla terza Cantoniera della Strada dello Stelvio, ove è possibile lasciare la macchina in un ampio spazio adibito appunto a parcheggio (qui si trova anche un pannello con alcune note storiche).

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Chi sono
Paolo Della Bianca

Sono nato a Milano nel 1965, vivo a Vigevano (PV), sono web designer freelance e ho creato questo blog per scrivere ... di tutto un po'.

Eviterò solo la politica perché, data la situazione, è impossibile discuterne senza scadere nella polemica e magari nell'insulto ...

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