Il Blog di Paolo Della Bianca

P 2 P: una presa di posizione fuori luogo … e fuori tempo

Leggo sul sito Billboard in questa pagina:

Elton John, Pete Townshend, Simon Cowell, Others Call on British Prime Minister, Google to Act Against Music Piracy

Elton John, Robert Plant, Pete Townshend and Simon Cowell were among 11 prominent music figures who signed a  letter addressed to British Prime Minister David Cameron asking Google and other search engines, Internet service providers, and online advertisers to “play their part in protecting consumers and creators from illegal sites.”

The letter also calls for the implementation of the the Digital Economy Act 2010, antipiracy legislation passed in 2010.

Recent court orders attempting to crck down on illegal file-sharing have had little effect thus far.

The text of the letter, printed in Britain’s Telegraph, follows. At press time Google had not commented on the letter.

SIR – As the world’s focus turns to Britain, there is an opportunity to stimulate growth in sectors where Britain has a competitive edge. Our creative industries represent one such sector, which creates jobs at twice the speed of the rest of the economy.

Britain’s share of the global music market is higher than ever with British artists, led by Adele, breaking through to global stardom. As a digitally advanced nation whose language is spoken around the world, Britain is well-positioned to increase its exports in the digital age. Competition in the creative sector is in talent and innovation, not labour costs or raw materials.

We can only realise this potential if we have a strong domestic copyright framework, so that British creative industries can earn a fair return on their huge investments creating original content. Illegal activity online must be pushed to the margins. This will benefit consumers, giving confidence they are buying safely online from legal websites.

The simplest way to ensure this would be to implement the long-overdue measures in the Digital Economy Act 2010; and to ensure broadband providers, search engines and online advertisers play their part in protecting consumers and creators from illegal sites.

We are proud of our cultural heritage and believe that we, and our sector, can play a much bigger role in supporting British growth. To continue to create world beating creative content, we need a little bit of help from our friends.

Simon Cowell
Roger Daltrey
Professor Green
Sir Elton John
Lord Lloyd-Webber
Dr Brian May
Robert Plant
Roger Taylor
Tinie Tempah
Pete Townshend

Vediamo un po’ da dove cominciare a commentare questa presa di posizione.

Innanzitutto si dovrebbe capire a cosa si riferisca l’espressione “Illegal activity online” ma è lecito supporre che si tratti del P2P o “peer-to-peer”, vale a dire la condivisione online di musica e film attraverso software quali Torrent, E-mule e simili.

Ora, non intendo difendere il P2P in sé così come, nel contempo, non intendo criminalizzarlo.

Non credo che la musica dovrebbe essere gratuita, come sostiene qualcuno: il fatto che sia un prodotto dell’ingegno non la rende diversa dal risultato di qualsiasi altra attività lavorativa.
Scrivere e produrre musica richiede tempo, lavoro e soldi. Chi la farebbe sapendo di non guadagnarci?
Ed ancora: coloro i quali sostengono la tesi di cui sopra, cosa penserebbero se presentandosi a fine mese a ritirare lo stipendio si sentissero dire che il loro lavoro è diventato gratuito?

D’altro canto occorre tenere conto di alcuni fattori che hanno determinato la crescita esponenziale dello scambio di file multimediali online.

Uno di questi fattori è prettamente economico, nel senso che il prezzo dei CD ha raggiunto vette troppo elevate, soprattutto in rapporto alla qualità del contenuto. A questo riguardo, rammento che una ventina di anni fa ero solito noleggiare CD musicali in un negozio di Milano. Ci furono dei ricorsi contro questo tipo di noleggio e le case discografiche sostennero che tale tipo di pratica incidesse sul prezzo dei CD, rialzandolo. Alla fine il noleggio fu vietato con sentenza di legge e … il prezzo dei CD continuò ad aumentare. Dal mio punto di vista, credo di avere affittato forse 5-6 CD in totale e di averne acquistati subito dopo altrettanti di quegli artisti, perché mi piacevano e desideravo possederli in originale – non una copia su audiocassetta (ai tempi non si duplicavano i CD in casa). Difficilmente un danno per l’industria discografica, anzi …
E non dimentichiamo che ogni volta che acquistiamo un CD o DVD vergine, così come un disco fisso, paghiamo una tassa alla SIAE anche se questi supporti finiranno poi con il contenere nostri dati personali!

Un secondo fattore è la perdita di significato che la musica ha subìto nel corso dei decenni. Oggi è troppo spesso un sottofondo ad altre attività, più o meno nobili: gli artisti sono spesso intercambiabili, vengono creati e rapidamente distrutti col passare della moda. Chi potrebbe dunque desiderare di possedere un CD originale di qualcuno destinato a sparire in un battito di ciglia? Soprattutto quando ci vuole un attimo a scaricare i file su Internet?
Per me avere tra le mani un LP appena uscito di un mio artista preferito era una specie di magia: leggevo i testi, guardavo le foto … Oggi la musica sta diventando virtuale ed il supporto sta addirittura sparendo.

E’ altresì vero che, oggi, chi vuole acquistare un brano singolo o un album può farlo su iTunes a prezzi ragionevolmente contenuti (da 99 eurocent a 1,29 euro per un singolo), tuttavia si tratta di un formato proprietario destinato all’uso sui dispositivi Apple e non immediatamente fruibile in altri formati, benchè masterizzabile.

Per farla breve, io penso che un ricorso non professionale al P2P per arricchire la propria collezione musicale non sia quel gran crimine che a volte si sostiene sia. Chi venisse a perquisire casa mia troverebbe letteralmente decine, diciamo pure qualche centinaio, tra LP (quelli in vinile!), CD, DVD, BluRay, audiocassette originali, oltre a parecchio materiale acquistato su iTunes. Il mio contributo all’industria discografica mondiale è fuori discussione, davvero dovrei essere processato e crocifisso per qualche brano scaricato?

Altra cosa sono invece i commercianti illegali, quelli che copiano e rivendono dischi e film in serie traendone profitti. Questi sono fuori dalla legge ed è giusto che siano perseguiti perché traggono un guadagno dalla loro attività di vendita di creazioni altrui.

Premesso tutto questo … cosa dire della lettera aperta indirizzata dai signori elencati sopra in firma al Primo Ministro britannico James Cameron?

Innanzitutto, si tratta di grossi nomi: abbiamo un “Lord”, un “Sir”, un “Professor” e un meno appariscente “Dr.” perché Brian May è laureato in astronomia ed evidentemente, per dare più forza alla tesi esposta, l’ha firmata come laureato e non come musicista. Bizzarro perché parliamo di musica, ma tant’è.

Secondariamente, si tratta di personaggi molto, ma molto ricchi. Alcuni di loro hanno patrimoni di decine, forse centinaia di milioni di sterline. Mi domando perché debbano preoccuparsi di perdere qualcosa sui loro diritti d’autore, posto che non avranno problemi di pensione né i loro discendenti di sopravvivenza. Non penso che agiscano per motivazioni di principio …

In terzo luogo, si tratta di artisti non proprio esenti da critiche personali ed artistiche. Pete Townshend fu coinvolto in uno scandalo perché trovato in possesso di materiale pedopornografico nel PC: ne potete leggere qui. I Led Zeppelin di Robert Plant hanno notoriamente attinto a piene mani dal materiale altrui, per realizzare i loro dischi, al limite del plagio (questo non toglie alla loro grandezza nella storia del rock ma indica una tendenza alla … condivisione). Sempre i Led Zeppelin si sono invisi molti dei loro fans poiché fecero chiudere dei siti che contenevano le “tablature” per chitarra dei loro pezzi, usati da chitarristi di tutte le età e capacità per imparare a suonarli. Brian May e Roger Taylor continuano a proporre i loro falsi-Queen nella speranza di rinverdire i fasti che furono e che non più possono essere …

Insomma in conclusione, a mio parere questa è una presa di posizione fuori luogo e fuori tempo. State tranqulli, godetevi i quattrini che avete accumulato – e che avere meritato, scrivendo la storia mondiale del pop e del rock. Non invocate censure e divieti, proprio voi che siete stati simboli di libertà per milioni di giovani. E arrendetevi all’idea dolorosa che gli anni passano per tutti e che non è così indispensabile, quando si è già scolpito il proprio nome nel granito della Storia della musica moderna, fare per forza parlare di sé con iniziative di questo tipo.

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Chi sono
Paolo Della Bianca

Sono nato a Milano nel 1965, vivo a Vigevano (PV), sono web designer freelance e ho creato questo blog per scrivere ... di tutto un po'.

Eviterò solo la politica perché, data la situazione, è impossibile discuterne senza scadere nella polemica e magari nell'insulto ...

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