Il Blog di Paolo Della Bianca

Intervista a Paolo Foppa Vicenzini

Paolo Foppa Vicenzini: "La misteriosa morte di Whitney Houston e gli Illuminati"

La misteriosa morte di Whitney Houston e gli Illuminati – di Paolo Foppa Vicenzini

Abbiamo già parlato del libro “La misteriosa morte di Whitney Houston e gli Illuminati” scritto da Paolo Foppa Vicenzini in un precedente articolo di questo blog.

Dato l’interesse dell’argomento per chi scrive, ho deciso di intervistare il suo autore al fine di approfondire l’argomento in sé e nel contesto del mondo che sta subendo rapidi eppur radicali cambiamenti facendo sì che, in molti, accolgano l’idea che quanto accade sia deciso a monte e messo in pratica da gruppi di potere occulto che pilotano la politica e l’economia mondiali.

La tematica ha acquisito interesse generale grazie all’opera di parecchi divulgatori, tra i quali va menzionato l’inglese David Icke, e in Italia tramite trasmissioni televisive come Mistero e Stargate / Voyager pur con parecchie semplificazioni e banalizzazioni (e qualche spettacolarizzazione), infliggendo pesanti colpi al muro del dileggio istituzionale e scientista eretto a difesa delle rassicuranti teorie tradizionali volte a farci credere che quanto accade sia determinato dai normali cicli economici e da sommovimenti sociali spontanei.

Paolo Foppa Vicenzini ha deciso di occuparsi del mondo musicale con specifico riferimento alla vita, e soprattutto alla morte, della cantante statunitense Whitney Houston, uno dei putroppo numerosi artisti che nonostante fama ed apprezzamento mondiali hanno terminato la loro breve vita nella spirale perversa della droga e dell’alcool, forse incapaci di reggere una vita troppo stressante, forse indotti a ciò per ragioni che il buon senso di ciascuno di noi pretenderebbe di negare spontaneamente e recisamente – con crescenti difficoltà, qualora ci si prenda la briga di esaminare e valutare determinate circostanze.

Ad ogni lettore spetta di scegliere se continuare a credere che non sia “vero niente”, che non esistano élite che controllano (anche) il mondo dello spettacolo per i loro fini anche perversi, che tutto quanto accade può trovare una giustificazione ordinaria nelle dinamiche individuali, sociali ed economiche: nell’opinione di chi scrive, ciò è semplicemente impossibile a meno di volere fare come il metaforico struzzo che nasconde la testa nella sabbia – a rischio di brutte, bruttissime sorprese quando si decidesse a tirarla fuori e guardare intorno a sé con occhi aperti.

D: quando e come hai iniziato ad interessarti ai temi alternativi in generale?
E’ un interesse che ho da sempre, fin dall’infanzia si può dire. Quando si è bambini si è molto curiosi verso tutto ed io dall’età di quattro anni in avanti iniziai ad avere un grande interesse per i libri e mi facevo leggere tutte le enciclopedie che avevo in casa da mio padre perchè ovviamente io non sapevo ancora nè leggere nè scrivere. Si può dire che non ci fosse proprio una cosa a cui non fossi interessato a quel tempo. Ma ero anche molto attento alle storie misteriose, specialmente quelle che sentivo raccontare in casa o da mio cugino più grande; avvertii di avere una propensione particolare verso gli argomenti enigmatici e misteriosi. Poi, una volta iniziato a leggere e scrivere mi sono subito appassionato da prima alla civiltà egizia e alla figura di Tutankhamon, poi agli UFO e da più grandicello al mistero dei delitti irrisolti di Jack lo Squartatore, un giallo che mi ha appassionato e interessato per molti anni.

D: che cosa ti ha spinto, invece, ad occuparti in particolare della vicenda legata a Whitney Houston?
E’ successo quasi per caso lo scorso anno, durante la settimana di febbraio della ricorrenza della morte della diva. Io non ricordavo che fosse morta proprio in quei giorni e improvvisamente sentì una forte empatia verso la cantante unita al desiderio di saperne di più su come fosse morta, perchè era evidente che la circostanza del decesso diffusa dei media era assai strana… Così venni a sapere che Whitney era morta esattamente in quei giorni, due anni prima, ma io non lo ricordavo. Questo lo dico qui per la prima volta, mi è capitato anche di sognare la cantante durante il sonno, mentre di giorno ero colto spesso da una grande tristezza quando pensavo a lei. Decisi allora di informarmi a fondo usando tutte le risorse a mia disposizione e di svolgere una indagine su questo caso, e con il materiale raccolto decisi successivamente di mettere in un libro il risultato delle mie ricerche, con l’intento di rendere giustizia in qualche modo alla cantante scomparsa. Effettivamente quando lo terminai provai un senso di sollievo; attualmente, sento una sorta di un legame che mi unisce in qualche modo allo spirito di Whitney. Ci tengo a dire che credo di avere una certa sensibilità generale verso le anime dei defunti e gli spiriti, parlando da credente allora forse in questo caso sono stato in qualche modo privilegiato. Volevo fare qualcosa per lei, per questo è nato il mio libro.

D: alcuni di questi argomenti hanno acquisito notorietà negli ultimi anni grazie a programmi televisivi come “Mistero” o “Voyager” e sono ora noti, sia pure per sommi capi, al grande pubblico. Ritieni che ciò sia un bene, poiché ha contribuito a diffondere la conoscenza e quindi la consapevolezza, oppure pensi che la superficialità con cui vengono spesso esposti abbia contribuito più che altro a generare confusione ed a screditarli?
Penso ad entrambe le cose. Se per un verso questi programmi di successo hanno contribuito in maniera importante a focalizzare l’attenzione delle masse su queste tematiche “di confine”, dall’altro lo hanno messo in pratica quasi sempre con una certa superficialità, e a mio avviso spesso con troppa fretta . Viene da pensare che così facendo si generi solo molta confusione e che alla fine tutto il lavoro di ricerca su questi temi venga screditato proprio a causa di questa.

D: l’impressione che ho avuto leggendo il libro è che tu abbia voluto fornire al lettore una serie di elementi, come gli ingredienti di una ricetta, lasciando poi il compito al lettore stesso di metterli insieme e trarre le proprie conclusioni. E’ così? Cosa ti ha portato ad optare per questo approccio piuttosto che presentare una tesi già definita e completa?
Sì, effettivamente ho optato per la decisione di non dare al lettore una mia personale opinione ma di fornirgli tutte le informazioni del caso, in modo che arrivasse lui stesso alle proprie conclusioni. Ho deciso di fare un lavoro di cronaca e di dare a tutto il libro un taglio prettamente giornalistico, riportando le notizie così per come si presentavano sul web. Il mio lavoro è stato principalmente di cercare queste informazioni e di presentarle in forma di capitoli tutti uniti da un filo conduttore. Ogni articolo si commenta per così dire da solo, ho preferito non addentrarmi troppo in argomenti e fatti su cui non è dato saperne maggiormente per privilegiare invece quello che è un dato di fatto, per questo in questo caso specifico non ho voluto aggiungere null’altro al mio libro. Tutte le informazioni e notizie erano già esaustive e ben rappresentative, per questo ho voluto non mischiare questi articoli a mie opinioni personali.

D: nel testo vengono menzionati via via Templari, Rosacroce, Massoni, Illuminati, satanisti … Si tratta di più facce della stessa medaglia oppure queste forze sono distinte e unite nel malgovernare il mondo?
Sotto il termine generico di Illuminati, da non confondere con la setta originaria degli Illuminati di Baviera a cui si ispirano a loro modo gli attuali Illuminati, e che non esiste più dal 1800, ci sono diverse organizzazioni esoterico-massoniche, alcune incentrate più sulla magia, altre più sulla massoneria, e altre ancora più sul satanismo a cui fanno capo i potenti della terra, anch’essi affiliati a questa o quella società segreta. Ma tutte queste sette o Ordini Cavallereschi sono accomunati dal medesimo fine: distruggere il Cattolicesimo, preparare e affrettare l’avvento dell’Anticristo e governare il mondo, e utilizzano simboli riconducibili alla originaria setta degli Illuminati di Baviera e ne seguono i medesimi piani. Possiamo dire che sì, altro non sono che due facce della stessa unica medaglia.

D: immagina che una persona ti si avvicini e ti dica quanto segue: “Whitney Houston non era altro che l’ennesima star della musica imbottita di alcol e droga, è stata uccisa dai suoi vizi, cosa c’è di misterioso?”. Che cosa risponderesti a questa persona?
E’ una cosa che in realtà mi succede molto, molto spesso. Solitamente se non ho intenzione di intavolare quella che potrebbe rivelarsi come una lunga discussione che potrebbe anche turbare gli altri, è triste dirlo ma non faccio nessun commento in proposito.

D: le morti di alcuni personaggi del mondo musicale e cinematografico del passato sono rimaste avvolte nel mistero, anche se in molti ritengono che si tratti di semplice mitizzazione del personaggio e del conseguente desiderio che sia eterno, penso a Elvis Presley, Jim Morrison, Marylin Monroe. Ritieni che anche alcuni di questi possano essere stati vittime dei gruppi di cui parli nel tuo libro?
Sì lo penso e ne sono quasi sicuro. Nonostante gli eccessi, sono morti quasi tutti prematuramente ed in circostanze assai sospette. Alcune morti le attribuiamo a delitti per opera di queste organizzazioni criminali, semplicemente dalla osservazione della data in cui queste morti hanno avuto luogo. Infatti, queste organizzazioni esoteriche comunicano tra loro utilizzando dei veri e propri “codici simbolici”, occultati nei numeri della data o nei nomi dei luoghi dove queste morti avvengono. Stiamo parlando di organizzazioni para-militari ma che non ragionano come queste ultime, in quanto anzichè cambiare il codice di volta in volta come qualunque apparato militare farebbe, loro rimangono fedeli al “potere” e alla “forza” del valore simbolico di determinati numeri, anche perchè i loro studi sono intrisi di Cabala ebraica.

D: non ritieni che si corra il rischio di ammantare di mistero anche fatti che, invece, sono spiegabili in maniera ordinaria? Che ci sia in altre parole una certa tendenza a ricercare spiegazioni anomale anche là dove non ce ne sono? Contribuendo così a gettare discredito sulle interpretazioni alternative?
E’ ciò che si obietta generalmente a tutti i così detti “complottisti”. Il termine “complottista” mi piace poco, proprio perchè allude alla figura di un ricercatore munito di preconcetti irremovibili. Io cerco sempre di rapportarmi a determinate tematiche con un approccio scientifico, e là dove non trovo utile questo metodo inizio a prendere in considerazione con la stessa serietà anche altri metodi, per quanto possano sembrare anomali . Se l’alternativa è quella di prendere per oro colato tutte le menzogne che ci rifilano quotidianamente i mass media, allora personalmente preferisco non credere a nulla di ciò che io non abbia ben verificato. Qualcuno ha detto: la verità vi rende liberi. Per me il gioco vale la candela!


Il volume può essere richiesto direttamente all’autore tramite messaggio dalla pagina facebook dedicata al libro: https://www.facebook.com/pages/La-misteriosa-morte-di-Whitney-Houston-e-gli-Illuminati/1551615641740168 al prezzo di € 10,00 + s.p.

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Chi sono
Paolo Della Bianca

Sono nato a Milano nel 1965, vivo a Vigevano (PV), sono web designer freelance e ho creato questo blog per scrivere ... di tutto un po'.

Eviterò solo la politica perché, data la situazione, è impossibile discuterne senza scadere nella polemica e magari nell'insulto ...

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