Il Blog di Paolo Della Bianca

Ghost Hunters

Sin da molto giovane, mi sono interessato ad alcuni temi “alternativi” tra i quali l’ufologia.
Comprai il primo libro sull’argomento, lo storico “Gli extraterrestri torneranno” scritto dallo studioso svizzero Erich Von Daniken, considerato a pieno diritto il precursore della paleoastronomia (come viene chiamata attualmente), e poi via via molti altri fino a comporre una discreta biblioteca sull’argomento.

In anni più recenti ho iniziato ad interessarmi anche al tema del ghost hunting, o “caccia ai fantasmi”, in pratica la ricerca di entità disincarnate nei luoghi cosiddetti infestati, tramite strumenti scientifici quali videocamere a infrarossi e termiche, rilevatori di EMF (frequenze elettromagnetiche), registratori audio ecc.

Desidero precisare, a scanso di equivoci, che non sono un credulone e che sono perfettmente consapevole della presenza, in circolazione, di un gran numero di cialtroni, mistificatori e veri e propri malfattori che, travestiti da medium, fanno leva sull’ingenuità (e talvolta purtroppo sulla disperazione) altrui per arricchirsi.

Nello stesso tempo sono certo dell’esistenza di alcuni di fenomeni paranormali la cui spiegazione resta indefinita, al di là delle ipotesi, e per negare i quali occorre ricorrere (aggrapparsi) al più bieco ed ottuso scientismo.

In anni recenti, i temi alternativi hanno guadagnato una notevole esposizione sui mezzi di comunicazione di massa: questo ha determinato un’ampia divulgazione di fenomeni ed aspetti precedentemente poco noti, consentendo l’accesso ad informazioni prima reperibili solo su libri più o meno datati e talvolta difficilmente trovabili.

In Italia, se ne sono occupate trasmissioni televisive quali “Voyager” e “Mistero”, non sempre con il dovuto approfondimento, spesso comprimendoli nei ritmi televisivi attuali sincopati ai limiti dell’irritante, o affidandoli a personaggi poco adatti (ad essere generosi) e per nulla competenti.

Una serie TV ben fatta, proprio perché mirata allo scopo, senza fronzoli né presentatori alieni (gioco di parole voluto!) agli argomenti trattati, è “Ghost Hunters” che mostra le investigazioni di un team americano, la TAPS acronimo di: The Atlantic Paranormal Society. Idraulici giorno e cacciatori di fantasmi di notte, Jason Hawes e Grant Wilson (membri fondatori) affiancati da una squadra di ricercatori e tecnici esplorano stazioni in disuso, alberghi abbandonati, prigioni di vecchia data ricercando segnali di infestazione da parte di presenze residuali o addirittura senzienti (essendo queste ultime quelle in grado di interagire con loro, tramite segnali prodotti a richiesta ad esempio).

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P 2 P: una presa di posizione fuori luogo … e fuori tempo

Leggo sul sito Billboard in questa pagina:

Elton John, Pete Townshend, Simon Cowell, Others Call on British Prime Minister, Google to Act Against Music Piracy

Elton John, Robert Plant, Pete Townshend and Simon Cowell were among 11 prominent music figures who signed a  letter addressed to British Prime Minister David Cameron asking Google and other search engines, Internet service providers, and online advertisers to “play their part in protecting consumers and creators from illegal sites.”

The letter also calls for the implementation of the the Digital Economy Act 2010, antipiracy legislation passed in 2010.

Recent court orders attempting to crck down on illegal file-sharing have had little effect thus far.

The text of the letter, printed in Britain’s Telegraph, follows. At press time Google had not commented on the letter.

SIR – As the world’s focus turns to Britain, there is an opportunity to stimulate growth in sectors where Britain has a competitive edge. Our creative industries represent one such sector, which creates jobs at twice the speed of the rest of the economy.

Britain’s share of the global music market is higher than ever with British artists, led by Adele, breaking through to global stardom. As a digitally advanced nation whose language is spoken around the world, Britain is well-positioned to increase its exports in the digital age. Competition in the creative sector is in talent and innovation, not labour costs or raw materials.

We can only realise this potential if we have a strong domestic copyright framework, so that British creative industries can earn a fair return on their huge investments creating original content. Illegal activity online must be pushed to the margins. This will benefit consumers, giving confidence they are buying safely online from legal websites.

The simplest way to ensure this would be to implement the long-overdue measures in the Digital Economy Act 2010; and to ensure broadband providers, search engines and online advertisers play their part in protecting consumers and creators from illegal sites.

We are proud of our cultural heritage and believe that we, and our sector, can play a much bigger role in supporting British growth. To continue to create world beating creative content, we need a little bit of help from our friends.

Simon Cowell
Roger Daltrey
Professor Green
Sir Elton John
Lord Lloyd-Webber
Dr Brian May
Robert Plant
Roger Taylor
Tinie Tempah
Pete Townshend

Vediamo un po’ da dove cominciare a commentare questa presa di posizione.

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Queen Live in Milano – 15/09/84

Il 1984 fu un anno molto positivo per il sottoscritto e la ciliegina sulla torta fu costituita dal concerto dei Queen a cui assistetti con la mia allora fidanzatina (oggi moglie) Fulvia ed alcuni amici, la sera del 15 settembre 1984 al Palasport di Milano.

Era la prima volta che i Queen si esibivano in Italia e, per la verità, sarebbe stata anche l’ultima dato che non fu inserita nessuna data italiana nel successivo ed ultimo tour della band.
Due sole date, il 14 e 15 settembre sempre a Milano, nell’ambito del tour del disco “The Works” (quello contenente Radio Gaga, tanto per citare il brano più famoso).

Dico “l’ultima” perché, per il sottoscritto, il recente e patetico tentativo di revival con Paul Rodgers alla voce e con soli due membri originari – Brian May e Roger Taylor – è qualcosa che non ha nulla a che vedere con i Queen.
L’assenza di Freddie Mercury, comunque incolmabile, e di John Deacon; gli anni passati dopo l’ultima esibizione insieme, al Freddie Mercury Tribute; lo scarso successo dei progetti solisti di May e, soprattutto, di Taylor; i tentativi falliti di ingaggiare altri vocalist prima di Rodgers (George Michael, addirittura Zucchero e forse altri); tutti questi elementi messi insieme hanno reso l’operazione tardiva, forzata ed artificiosa.

Negli anni scorsi, sui forum di mezzo mondo era in effetti scoppiata la querelle tra i sostenitori della mia stessa posizione e coloro i quali al contrario affermavano che i Queen nuova maniera fossero comunque … Queen o, per lo meno, meglio di niente.
Dopotutto anche altri gruppi sono sopravvissuti ai lutti: basti pensare agli AC/DC dopo la morte di Bon Scott, per fare solo un esempio.
Vero, anche se si potrebbero citare altrettante band che hanno deciso di sciogliersi dopo la morte del loro leader, rinunciando a proseguire traendo vantaggio dal nome …
Probabilmente la verità è soggettiva, nel senso: chi come il sottoscritto, per motivi anagrafici (e di gusti musicali) ha avuto modo di godersi i Queen dal 1978 o giù di lì fino alla scomparsa di Freddie, non ha nessun motivo per apprezzare i “Queen + Paul Rodgers” o qualsiasi altro cantante; chi questa possibilità non l’ha mai avuta, giudica favorevolmente assistere alla nuova incarnazione della band pur di sentire eseguire i brani storici.

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Chi sono

Paolo Della Bianca

Sono nato a Milano nel 1965, vivo a Vigevano (PV), sono web designer freelance e ho creato questo blog per scrivere ... di tutto un po'.

Eviterò solo la politica perché, data la situazione, è impossibile discuterne senza scadere nella polemica e magari nell'insulto ...

Se vorrete, potrete inviare i vostri commenti che saranno pubblicati, sempre che non siano offensivi e/o volgari.

Grazie dell'attenzione!

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